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André Van Lysebeth

Uno yogi in Occidente: André Van Lysebeth è uno dei primi a introdurre l’educazione al tantrismo

di Antonietta Rozzi

André Van LysebethUn piccolo uomo sempre allegro che intervallava battute e barzellette alle spiegazioni più rigorose degli effetti di un asana o degli scopi della meditazione. Così si presentava un pioniere dello yoga in Occidente, André Van Lysebeth, che è stato non solo un amico, ma anche un maestro per un’intera generazione di insegnanti.

 

Contesto storico

Non era facile in Europa negli anni ‘70 seguire corsi per diventare insegnanti di yoga o per approfondire questa disciplina che iniziava a interessare gli occidentali. Erano pochi i testi disponibili, ma fra questi ebbero grande successo i libri scritti da André Van Lysebeth che, in modo semplice ma scrupoloso, presentavano a lettori ignari i benefici della pratica. Così in breve tempo le sue opere, “Imparo lo Yoga” e “Perfeziono lo Yoga”, tradotte in molte lingue, sono diventate veri e propri best-seller per un pubblico curioso di novità orientali. Per molti praticanti, l’approccio a quest’antica disciplina venuta dall’India è iniziato attraverso la mediazione, utile e fedele, di questo grande rivoluzionario che ha saputo parlare agli occidentali nel loro linguaggio rispettandone la mentalità senza mai tradire il senso profondo e le radicate motivazioni che lo yoga classico porta in sé.

 

Esempio per una generazione

Noi insegnanti, allora novizi nella pratica, abbiamo cominciato a conoscere André prima attraverso i suoi libri, poi grazie alla sua rivista “Yoga”, unica in quegli anni a essere pubblicata. Successivamente alcuni di noi, animati da un intenso desiderio di approfondire tale pratica, hanno iniziato a frequentare i corsi e i seminari estivi che teneva in vari Paesi: Belgio, Svizzera, Spagna, Italia. Con il passare del tempo questi stages con André (così lo chiamavamo in modo confidenziale) diventarono un appuntamento importante, stimolante e sempre ricco di nuove scoperte. Non si poteva rimanere indifferenti al suo modo di insegnare spiritoso e affascinante, ma allo stesso tempo inflessibile. Le sue parole semplici e immediate permettevano a tutti noi di accedere a tematiche filosofiche esistenziali, a volte spigolose.

 

L’incontro con Shivananda

Assetato di conoscenza, Van Lysebeth un giorno scoprì un libro di Swami Shivananda, fondatore della “Divine Life Society” di Rishikesh: scrisse immediatamente in India ordinando tutti i testi di questo grande maestro. E, di lì a poco, la sua casa fu invasa da trecento libri. L’entusiasmo nella lettura era talmente forte e coinvolgente che decise di conoscere direttamente il guru indiano. E come tutti gli incontri con grandi anime, quello con Swami Shivananda ha cambiato la vita di Van Lysebeth.

Anni dopo si percepiva ancora una nota di commozione quando raccontava come il celebre maestro gli suggerì, senza apparente motivo, di creare una rivista («André you must write a magazine»). La risposta, pronunciata in modo inconsapevole, fu naturalmente «Yes». «Solo dopo qualche tempo – disse – ho realizzato il mio compito e tutto quello che ciò implicava. Non sapevo da dove cominciare, ma sono partito…». Con la serietà e la caparbietà che aveva nel raggiungere i propri obiettivi, si mise subito al lavoro inviando a Swami Shivananda il primo numero della rivista “Yoga”: questo accadde tre mesi prima della scomparsa del maestro (1963).

Per molti decenni la rivista ha nutrito, stimolato, informato folle di praticanti in tutta Europa. Van Lysebeth è stato anche uno dei fondatori della Federazione belga di yoga e dell’Unione Europea di Yoga. Ma, essendo uno spirito libero, in seguito decise di abbandonare questo ruolo istituzionale e si ritirò dalle organizzazioni per dedicarsi completamente alla rivista e ai corsi di formazione. Aveva intuito che il compito affidatogli da Swami Shivananda era quello di divulgare lo yoga in Occidente e per rendere possibile ciò si dedicò alla formazione di futuri insegnanti. I suoi corsi sono stati un esempio illuminante per molte federazioni e associazioni che si sono ispirate al suo percorso formativo per organizzare seminari in vari Paesi.

 

La scoperta del tantrismo

Van Lysebeth è stato uno dei primi occidentali a introdurre apertamente nelle sue lezioni l’educazione al tantrismo. Personalmente, ho avuto l’onore di tradurre una conferenza storica tenutasi durante un convegno della Federazione Italiana Yoga, dove una platea di oltre ottocento persone ha ascoltato rapita, in un’atmosfera meditativa, le nuove teorie sul Tantra e i vasti  orizzonti che questa filosofia lasciava intravedere. Ci voleva coraggio e lo spirito da pioniere di André per avventurarsi su un terreno così delicato e portare un messaggio nuovo, molto in anticipo sui tempi moderni. In un’epoca di grandi cambiamenti ed emancipazione dei costumi, di rivendicazioni femministe che segnavano la società di quegli anni, il messaggio che André portò dalla profondità di una disciplina così antica come quella del tantrismo andava controcorrente, rappresentava un’affascinante rivoluzione: per la prima volta sentivamo parlare di sublimazione, sacralità dell’atto sessuale come mezzo di evoluzione, di una visione nuova e trascendente della femminilità.

Ogni donna era invitata a riscoprire la sua intima sacralità per meglio definire non solo il suo percorso interiore ma anche il ruolo sociale. André era un uomo d’azione, pratico, incline a porsi al servizio dello yoga in un’instancabile opera di divulgazione di questa disciplina. Ha contattato e invitato in Europa molti grandi maestri e insegnanti indiani partecipando  personalmente a conferenze e congressi in vari Paesi. In Italia è venuto molte volte ai convegni promossi dalla Federazione Italiana Yoga, conquistando sempre la simpatia e l’affetto dei partecipanti.

Il 28 gennaio 2004, dopo qualche mese di malattia, André è scomparso lasciando, dentro ciascuno di noi, il senso profondo della sua opera rigorosa dove serietà, correttezza e tradizione si fondono in  un’unica visione.

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