Sai gestire i cambiamenti ?
Una pratica in 7 fasi, per orientare le fasi difficili del percorso.
di Sally Kempton
Illustrazione di Sarah Wilkins
Lo scorso anno, dopo un seminario, un mio allievo di lunga data uscì da una meditazione con un profondo risveglio spirituale .Avvertì che c’era qualcosa di poco autentico nel suo stile di vita. Cominciò a riflettere sul senso della sua professione di medico, si sentì in un vicolo cieco e capì di avere bisogno di un anno sabbatico. Il mio allievo ora studia yoga e terapie alternative, medita, scrive. Mi confida di piangere diverse volte durante la settimana, «come se nuotassi controcorrente in un fiume di emozioni, senza sapere dove tutto questo mi porterà».
Questa sensazione d’incertezza è tipica di chi si trova in un profondo processo di trasformazione interiore. In un poema di Gialal al-Din Rumi (il sommo poeta mistico della letteratura persiana), un fagiolo protesta nella pentola che lo sta stufando: «troppo caldo, troppo fuoco e anche il cucchiaio che mi agita in continuazione!». Il cuoco lo zittisce: «lasciati cucinare! Alla fine sarai un delizioso boccone». Nel corso degli anni, quando il fuoco dello yoga e della meditazione è alto e forte, spesso riprendo questo poema che descrive benissimo il processo “di cottura” di ciò che avviene nella nostra trasformazione interiore. È un momento in cui ti senti labile: lascia letteralmente ammorbidire il cuore, aprilo e soffri ed espandi l’osservazione verso la tua natura. Ti sentirai come quel fagiolo. Questa sofferenza e il senso di incertezza tra il vecchio e il nuovo sono i segni di un vero processo di rinnovamento.
Passo dopo passo
In sintesi, il percorso di rinnovamento radicale passa attraverso queste 7 fasi:
- Risveglio: percepisci la necessità di un cambiamento
- Gestire l’incertezza: cerchi un metodo che ti possa aiutare a cambiare, esplori gli insegnamenti e i consigli che ti sono stati dati. Nel frattempo, sei consapevole di vivere nell’insicurezza di una fase di transizione dalla tua abituale identità.
- Chiedere aiuto: segui insegnanti, terapisti, counselor e ti apri alla grazia della preghiera.
- Grazia, Conoscenza, Risveglio: la preghiera e la grazia si manifestano in maniera improvvisa e creano una nuova visione del mondo. Tu non sei i tuoi pensieri e scopri una nuova fonte ispiratrice dentro te.
- Luna di Miele: provi la sensazione di uno stato di grazia e di sintonia universale.
- Disillusione: soffri le conseguenze della fede cieca nel ritenere che il tuo stato di grazia ti sarà da guida per sempre e sempre per il tuo bene. Distacco e sradicamento dal tuo “essere”.
- Integrazione: porti l’esperienza del percorso dal risveglio alla disillusione e la integri nella dimensione nuda e pura della quotidianità. Si compie lo stato di maturazione e completamento di questa fase del cammino spirituale.
Risveglio
La trasformazione è differente dal risveglio spirituale e dall’illuminazione. È una danza tra essere e divenire. Per “essere” si intende l’immutabile fonte di tutto ciò che è, dove forma, parole, categorie si dissolvono. Un luogo che forse hai conosciuto mentre mediti, oppure durante il rilassamento completo (Savasana); è il regno dell’ispirazione che si manifesta nel mondo ed è il tuo centro di riferimento. “Divenire” è invece la tua personalità, il corpo e il modo in cui ti relazioni con il mondo. Nella quiete della meditazione profonda, il tuo “essere” incontra il tuo “divenire”, ovvero la personalità, una forza che richiede fortemente di essere vissuta. Questo è ciò che accade in un momento di trasformazione. Un mio vecchio amico lo ha sperimentato durante un ritiro di un mese con un suo insegnante: sentiva crescere forte la sua capacità di apertura verso il mondo. Tornato poi nel flusso delle sue giornate, si è reso conto che questo lieve ma prorompente vigore evaporava sotto la pressione della vita quotidiana.
Tutti i processi di rinnovamento cominciano da un’ispirazione. Può sorgere in maniera repentina, oppure dipendere da un evento esterno inaspettato: un licenziamento, la morte improvvisa di una persona cara, un litigio. La cornice della propria vita quotidiana crolla, e di conseguenza tutta la percezione di sé e della propria vita. I biologi evoluzionisti ritengono che lo stress sia ciò che stimola l’evoluzione nella natura: le piante crescono grazie alle potature e così anche gli esseri umani. Quando ci confrontiamo con situazioni che non possiamo controllare o cambiare con il nostro bagaglio di conoscenze e capacità, lo stress “evolutivo” sorge in noi. Siamo stimolati a porci domande, a valutare la situazione, a uscire da una situazione di stallo e confort con un diverso atteggiamento.
Gestire l’incertezza
Per molti di noi lo stress è s omodo e insostenibile, ma nelle esperienze scientifiche e anche spirituali le svolte sono spesso precedute da un periodo di intensa frustrazione e impasse. La storia è piena di scienziati che assemblano tutti i dati disponibili e realizzano innumerevoli esperimenti, senza riuscire a dare una soluzione al problema. La loro appassionata ricerca senza risposta li lascia prostrati. Poi, spesso, il superamento di questa fase emerge in un momento in cui la mente si libera della sua ossessione. Durante una passeggiata, guardando una mostra, la risposta emerge da quell’infinita immobilità. Anche le svolte spirituali hanno la stessa dinamica.
Chiedere aiuto
Questo viaggio verso un nuovo e più elevato approdo richiede pazienza e pratica. La fiducia e il confronto con la propria natura sono strumenti cruciali: senza di essi, la maggior parte delle persone non riesce a tenere il timone del vascello e scivolano tra le onde impetuose. Oltre alla pratica, è necessaria una guida che faccia ritornare con grazia alla propria natura. Per quanto mi riguarda, la via più diretta che ho sperimentato per tornare al mio vero “essere” è attraverso la preghiera. Alcuni possono pensare che la preghiera sia una debolezza, la confessione che la tua pratica spirituale è inutile e manca di determinazione. Può anche essere vero per alcuni, ma io mi sento di affermare che i più grandi cambiamenti della mia vita sono scaturiti da appassionate preghiere a Dio, al mio più profondo senso spirituale. Credo sia importante pregare solo per desideri di cui possono beneficiare anche altri, oltre a se stessi, e non esito a chiedere aiuto in quei momenti. Pregare contribuisce a dissolvere il mio ego, che ritiene di poter controllare tutto. Penso che la più onesta forma di preghiera sia quella in cui affermo: «Non riesco a fare da solo. Qualcuno mi aiuti». C’è qualcosa, nel senso di impotenza profondo, che sembra attrarre la salvezza.
Grazia, Conoscenza, Risveglio
Puoi riconoscere subito quando sei in uno stato di grazia. Sembra che tutto sia miracoloso e armonico. Leggi un libro e ti pare che quelle parole siano proprio per te. In una lezione di yoga, l’insegnante ti rivela il particolare che ti aiuta a cambiare l’intera struttura fisica del corpo. Mentre parli a un amico, ti accorgi di dire esattamente le parole giuste e realizzi che tali parole non vengono esattamente da “te”, ma da una saggezza più profonda. La vita è piena di sincronie, coincidenze rivelatrici, ispirazioni che ti rigenerano senza sforzo. Il cuore è aperto e dialoga con il tuo vero “essere”. Il segno che questo cambiamento diventa comprensione è quando una verità che hai ascoltato o letto per anni improvvisamente diventa reale, non solo un utile insegnamento. Senti una voce dirti: «Tu non sei i tuoi pensieri». Il modo di percepire sarà vivo e vivido e nulla sarà mai uguale a prima.
Luna di Miele
Questo stato di grazia e sintonia con la vita è come scoprire di essere amato, più di ogni altra cosa, da chi desideravi. Si chiama “luna di miele” e pensi durerà per sempre. Sembra che i tuoi sacrifici abbiano dato il loro frutto. La tua energia spirituale è trascinante e percepibile anche dagli altri. Per alcuni, questa sensazione crea un sottile senso di superiorità spirituale, come se ti sia stata mostrata la via. Provi compassione per chi è rimasto spiritualmente ignorante. In genere, questo è il momento in cui lasci il tuo lavoro, vai in India o diventi un insegnante di yoga. A volte è una buona decisione, altre non lo è. Il pericolo della “luna di miele” è l’eccessiva presunzione; l’euforia del rinnovamento oltrepassa i confini della realtà e può indurti a commettere degli errori. Immagini di non poter sbagliare, seguendo ciecamente la via senza discernimento.
Disillusione
Per questo, a un periodo di “luna di miele” potrà seguirne uno di sensazione di fallimento. Un senso di freddo, come se fossi stato privato del calore dell’ispirazione. Sono conseguenze dei passi falsi commessi nell’euforia e sicurezza che l’ispirazione sarebbe durata in eterno. Un matrimonio rivelatosi affrettato, una litigata con il tuo migliore amico, la scelta di un insegnante spirituale sbagliato. Come mai accade? Generalmente, perché la nostra capacità psichica e nervosa non è così forte da controllare il vigore del nostro sé interiore. Faccio un esempio. Anni fa una mia amica frequentò un ritiro spirituale con un importante insegnante indiano. Durante una meditazione mattutina, vide una luce dorata risplendere dentro sé e realizzò che molti dei suoi convincimenti su di sé, dei suoi sensi di colpa e di inutilità erano assolutamente irreali: «Sentii risplendere dentro di me uno stato di benedizione, vidi il divino che risiede in me e mi sembrò di avere il dono di una luce che dal profondo del cuore mi guidava». A seguito di questa esperienza lasciò la sua carriera professionale ed entrò a vivere e studiare in ashram. «Sono fortunata ad avere questo dono, non mi dovrò più preoccupare di cosa devo fare, so di essere guidata da una luminosa coscienza interiore», diceva con inequivocabile orgoglio. Dopo un po’ di tempo, la sua guida interiore cominciò a dirle di mangiare sempre meno, fino ad arrivare a un pugno di riso al giorno. Il suo insegnante, preoccupato del suo stato di magrezza, la stimolava a mangiare di più, ma solo quando il suo peso diventò preoccupante e si manifestarono i problemi di anoressia fu riportata a casa. Trovò un lavoro e con un terapista specializzato in disordini alimentari e dopo molto tempo ritornò alla sua pratica meditativa con maggiore solidità. Ciononostante, per molto tempo passò un lungo periodo di depressione, ritenendo di avere fallito il suo percorso spirituale. In realtà, ciò di cui aveva bisogno per affrontare un cammino interiore era un maggiore equilibrio tra l’energia del corpo e quella della mente. Questo è sicuramente un esempio estremo, ma illustra bene le regole di un percorso spirituale: anche se ti è stato concessa una visione di quello che potresti essere, c’è bisogno di un lungo lavoro per allinearlo con quello che sei. Per alcuni è solo una questione di piccoli cambiamenti, in altre persone possono emergere aspetti oscuri della personalità. In questa parte del processo, è normale sentirsi confusi e oscillare tra le onde del vecchio e del nuovo.
Integrazione
Comunque sia, la disillusione fa parte della crescita ed è altrettanto rilevante. Non solo per l’esperienza di umiltà che ne consegue, ma anche perché sottolinea l’inizio del processo di integrazione. In questa fase devi gestire le contraddizioni tra l’impulso di rinegoziare i termini della tua vita (maggiore libertà per praticare, viaggiare, conoscere), e la necessità di onorare le responsabilità con la famiglia, la carriera professionale e tutte le realtà quotidiane per sopravvivere nel tuo tempo.
L’integrazione spirituale avviene solo se sei capace di filtrare l’esperienza spirituale di cui hai sentito le forma e la luce, e applicarla nella vita che conduci: azioni, relazioni, responsabilità. Per esempio, durante una lezione di yoga riconoscere che con il corpo puoi sentire il radicamento su questa terra: a tavola, modificare e migliorare il modo di alimentarti; con gli altri, avere maggiore gratitudine. Il processo di integrazione radica il percorso di trasformazione, rendendolo vivo e attivo nel mondo reale. Influenza il modo di pensare, agire e sentire. Lasciagli coscientemente il tempo di diffondersi nella vita quotidiana. Puoi controllarlo tanto quanto controlli il processo di maturazione di una mela su un albero.
E qui sta il punto: una volta attraversato il cancello del cambiamento (e lo yoga è, nella sua essenza, un vortice per innescarlo), non possiamo mai predire quanto tempo impiegherà. Possiamo solo dire che sarà una danza tra conoscenza interiore e applicazione, tra la pratica e la preghiera, tra “l’essere” e il “divenire”. Una volta affrontati questi cicli di trasformazione, impareremo a navigarci dentro e saremo capaci e grati di celebrare questo rinnovamento anche durante periodi difficili, perché sapremo che ne verremo fuori persone migliori, ricche di gratitudine per sé e per gli altri.
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