Dolce far niente
Cos'è il Restorative Yoga e intervista a Audrey Favreau
di Emina Cevro Vukovic
Immaginate. Entrate in una sala in penombra, per una lezione terapeutica. Vi aspettano i cuscini e le coperte in fibra naturale. L’insegnante vi mostra la posizione, vi copre con una coperta e appoggia dei sacchettini profumati sugli occhi, i palmi delle mani e sul ventre invece un cuscino bianco, per ancorarvi meglio a terra. Vi invita a restare in quella posizione per dieci-venti minuti. Vi aspettano non più di tre/quattro posizioni durante le quali l’insegnante si limita ad osservare se siete veramente comodi e interviene se avete bisogno di un aggiustamento. Voi dovete solo imparare la trascurata e necessaria arte del non fare niente.
Benvenuti
Il Restorative Yoga è una pratica ideata nel 1993 da Judith Hanson Lasater, insegnante yoga Iyengar, tra i fondatori di Yoga Journal, presidente della California Yoga Teachers Association e fondatrice dello Iyengar Yoga Institute di San Francisco. Questa disciplina è una pratica radicale di recupero che favorisce la guarigione di molte patologie legate allo stress cronico e alla fatica (colite, mal di testa, infertilità, dolori cronici, disturbi emotivi).
Il Restorative yoga, oltre a quelle a terra, prevede posizioni sedute e in piedi, ma sempre agevolate da supporti: cuscini cilindrici e rettangolari, coperte, sacchettini contenenti sabbia, sedie di metallo, coperte pesanti, cinghie.
Il mondo di Audrey
Il Restorative yoga è stato la salvezza per Audrey Favreau che ora lo insegna e tiene corsi di formazione a Milano e a Parigi. L’abbiamo incontrata alla fine di una giornata di Formazione Insegnanti presso lo studio Chandra Yoga di Milano.
Ci racconti la tua storia e il tuo innamoramento per il Restorative?
A trent’anni ero la team leader di quaranta persone. Ho lavorato in banca per undici anni, gravata dalla responsabilità; ho sofferto di stress cronico per quindici anni. Inoltre non riuscivo a rimanere incinta. Un giorno, a Bali, stavo per concludere un capitolo emotivamente molto doloroso della mia vita e mi sono iscritta a un corso di Restorative Yoga con Tina Nance: ho scoperto dalla prima lezione il suo potere stupefacente di “rilassamento”. Ho praticato ogni giorno e la mia vita negli anni seguenti è cambiata. Sono diventata counselor certificata, ho lasciato la banca; soffrivo di endometriosi, sono guarita e sono rimasta incinta del mio primo figlio. Tra il 2014 e il 2016 ho ottenuto le certificazioni con Judith Hanson Lasater a Londra, e da allora sono la sua assistente nei corsi che tiene in Europa.
A chi è adatto il Restorative?
Chiaramente è per tutti, si tratta di capire di che cosa la persona ha bisogno e di applicare le posizioni più adatte. La persona con un problema importante avrà bisogno di circa sei sessioni, due mesi. Tutte le persone hanno bisogno di imparare a connettersi con sé stesse attraverso il non fare niente. La vera difficoltà oggi è riuscire a fermarsi.
Come avviene la rieducazione del corpo ad uno stato di quiete?
Ci vogliono solo pochi secondi per disturbare il nostro sistema nervoso, ma all’organismo occorrono almeno ventiquattr’ore per catabolizzare e ridurre il livello di cortisolo nel corpo. Perciò, uno stato di stress che si prolunga nel tempo si cronicizza e peggiora lo stato di salute generale sia fisico che psicologico, con stanchezza cronica, insonnia, risvegli notturni o cattiva qualità del sonno, disturbi del tono dell’umore, disturbi gastro-enterici, irregolarità del ciclo mestruale, infertilità, ecc. È interessante sapere che la maggior parte delle risposte del sistema nervoso simpatico può essere suscitata stimolando una regione specifica del cervello che si chiama ipotalamo posteriore. La maggior parte delle risposte di rilassamento può essere invece attivata dalla stimolazione dell’ipotalamo anteriore.
L’ambiente in cui si svolge la pratica entra a far parte del metodo.
Le sessioni si svolgono nel silenzio e nella calma. Riduciamo perciò la stimolazione sensoriale per calmare il sistema nervoso: spegniamo le luci, le persone sono coperte perché non ci si può rilassare completamente se si sente freddo. L’uso dei supporti ha anche lo scopo di riprodurre le sensazioni del tatto, che consentono al sistema nervoso di calmarsi.
Per una sequenza di posizoni per rallentare e calmare il nostro sistema nervoso, clicca qui
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