Libero dalle Paure, sempre
Teoria e pratica dell’equanimità, Upeksha, il “non attaccamento”
di Frank Jude Boccio
È difficile leggere la storia dell’ultimo bollettino sul Coronavirus e mantenere allo stesso tempo un certo livello di pace interiore, ed è ancora più difficile decidere come non reagire. Il conflitto è ancora più immediato quando sei testimone in prima persona di un’ingiustizia
o vi sei sottoposto. Questo stato mentale, insegnato sia nello yoga che
nel buddhismo, ci permette di rispondere alle azioni non virtuose di altri e a
tutte le fluttuazioni della vita in modo
da non esserne scossi. Come diceva spesso Swami Satchidananda, “Non puoi fermare le onde, ma puoi imparare il surf!”
UNA PRATICA FORMALE DI MEDITAZIONE PER COLTIVARE L’EQUANIMITÀ
Inizia con alcuni respiri calmanti (un’espirazione più lunga dell’inspirazione o a narici alternate). Contempla il tuo desiderio di servire i bisogni degli altri e di essere impegnato in maniera compassionevole nel mondo. Porta alla mente l’immagine di qualcuno per cui non provi sentimenti forti; potrebbe essere una persona che hai incontrato per strada o in un negozio. Con questa persona nella mente, ripeti a te stesso le seguenti frasi, coordinandoti con l’espirazione:
Tutti gli esseri, come te, sono responsabili delle loro azioni. La sofferenza o la felicità sono create dalla reazione all’esperienza, non dall’esperienza stessa. Anche se ti auguro solo il meglio, so che la tua felicità o la tua infelicità dipendono dalle tue azioni, non dai miei desideri per te. Che tu possa sfuggire alla reattività.
Naturalmente puoi usare altre frasi simili create da te. Dopo alcuni minuti, porta l’attenzione sui tuoi benefattori, compresi insegnanti, amici, famiglia e i lavoratori invisibili che fanno funzionare la struttura della società.
Nel numero digitale Aprile 2020 di Yoga Journal
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