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Il significato di Namastè

Il significato, quando usarlo, il suo gesto

di Guido Gabrielli

 

Se le tradizioni spirituali dello yoga potessero essere racchiuse in una unica parola, questa potrebbe essere namasté. La parola sanscrita porta infatti all’essenza dell’unità e alla comprensione della vera natura della realtà.

La maggior parte delle persone nella comunità yogica traduce namasté come qualcosa del tipo: “Il Divino in me onora il Divino in te”. È una frase relazionale, “«Nama significa inchino; as vuole dire io e te significa te», spiega l’insegnante di yoga Aadil Palkhivala, discepolo diretto di B.K.S Iyengar e Sri Aurobindo.

«Pertanto, namasté significa letteralmente ‘mi inchino a te’». L’interpretazione del “Divino in te” deriva dalla convinzione hindu che Dio risieda in tutti, quindi ogni persona che saluti merita rispetto: «Il divino e il sé (atman) è lo stesso in te e in me. Namasté è un gesto che è riconoscimento dell’anima in uno da parte dell’anima nell’altro».? Sii intenzionale e rispettoso nell’utilizzo di namasté. Qualunque cosa tu faccia, non trasformare il termine in un gioco di parole, non usare in modo improprio o offensivo un termine che i nostri antichi maestri descrivono come estremamente potente e spiritualmente risonante».

 

 

QUANDO USARLO

Per alcuni Indiani e Asiatici del Sud, dire namasté alla fine di una lezione di yoga è piuttosto insolito. «Nella mia esperienza personale e con i miei anziani e la mia famiglia qui negli Stati Uniti, quando incontro e saluto un anziano dico namasté o namaskar. Ma non quando me ne vado», racconta Aadil Palkhivala. «Questo saluto non è solo un semplice “ciao”, è piuttosto formale. Nella cultura dell’Asia meridionale, è usato come un saluto di profondo rispetto, riservato a anziani, insegnanti o altri onorevoli. Insomma, vi è connessa un po’ di gerarchia: un giovane lo usa per salutare un anziano; uno studente si rivolge in questo modo a un insegnante».

 

IL GESTO

Il gesto associato a namasté si chiama Anjali Mudra. Il termine Anjali si è evoluto dalla parola sanscrita “anj”, che significa onorare o celebrare, mentre mudra significa gesto. Le Hasta mudra sono movimenti sacri delle mani che vengono utilizzati nello yoga e nella meditazione per approfondire la pratica. Per eseguire Anjali Mudra, l’espressione fisica di namasté, premi insieme le mani, con le dita che si toccano e puntano verso l’alto, i pollici sullo sterno. Chiudi gli occhi e china la testa o piegati dalla vita. In alternativa pui eseguirlo anche unendo le mani davanti al terzo occhio, chinando la testa e poi portando le mani al cuore.

Sii intenzionale e rispettoso nell’utilizzo di namasté. Qualunque cosa tu faccia, non trasformare il termine in un gioco di parole, non usare in modo improprio o offensivo un termine che i nostri antichi maestri descrivono come estremamente potente e spiritualmente risonante».

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