«Feci un viaggio nel 2005 in India, un un ritiro di 21 giorni presso la Oneness University. Avevo bisogno di riunificarmi, dopo una lunga storia d’amore terminata, e mi sono ritrovata a cantare per Sri Bhagavan, il suo fondatore. Pur avendo cantato in passato in situazioni spirituali, sin da quando ero adolescente, per la prima volta mi trovai lì fuori a cantare Mantra. Fu un esperienza extracorporea in cui mi osservavo cantare, non ero io quella voce, pur riconoscendo il mio timbro. Era come se quella voce mi avesse ricondotto d un percorso che avevo intuito tempo prima. Sono tornata in Italia e partecipando a un workshop di canto e meditazione ho conosciuto Ninad. La responsabile del centro, un’amica comune, ci disse- “provate a proporre qualcosa col canto, insieme”. Ho avuto la sensazione di comprendere dove quell’esperienza mi voleva portare». Con queste parole Nitya incornicia il senso del percorso di vita e di devozione che porta avanti insieme a Ninad (Paolo). Nitya & Ninad da 10 anni portano in Italia e nel mondo (recente è il loro stimato concerto a New York- Integral yoga Institute), il canto Bhakhti Yoga devozionale. Cupido li ha uniti sulla strada di un cammino di ricercatori spirituali (maturata grazie anche all’esperienza col Maestro Osho).
Yoga Sonoro
Le loro performance non sono esattamente concerti ma laboratori emozionali, in cui loro sono dei veicoli emozionali per i partecipanti. Nascono, come gruppo e come coppia, attraverso l’intuito e sull’onda dei Mantra e si sono costruiti nel corso di questi 10 anni un percorso unico nel loro genere. Ninad ha studiato pianoforte al conservatorio ed è l’anima musicale del duo:“Questa forma musicale devozionale, il kirtan, ha una struttura molto semplice, a differenza della musica classica indiana che ha una complessità molto accentuata in termini di ritmo e armonia. Ha una vocazione popolare, diretta e finalizzata a far partecipare le persone coinvolte, cercando di far interagire anche la loro energia di quel momento , in quell’evento”. E aggiunge Nitya “ In realtà noi guidiamo , attraverso la musica , un processo, una nuova esperienza. Alle persone non viene richiesto di avere un’intonazione, di avere una tecnica. Il gruppo ti protegge, ti unisce, ti coinvolge e affoga timori e paure. È un workshop dal vivo molto liberatorio”.
Silenzio Eterno
Quando si parla di mantra , si finisce in un territorio molto delicato in cui ci si confronta con parole che non mentono, che tu le comprenda o meno. Spiega meglio Ninad: “Il Mantra è mantra, non è una vibrazione neutra, non puoi esprimere qualità egoiche nel momento in cui le musichi e le offri. La qualità tecnica dei musicisti o dei contributi passa in secondo piano, non è lo spettacolo che noi ricerchiamo. L’orientamento che stiamo comunicando è altro. In questo la nostra proposta dal vivo si differenzia molto dal concetto di un concerto istituzionale. Il punto di approdo è il proprio silenzio, lungo e profondo, non all’applauso finale.”
Non perdete due appuntamenti: il 6 novembre al City Zen a Milano