Parsva Uttanasana Posizione Distesa su un fianco
La Posizione Distesa su un fianco aiuta a cogliere la “creatività” della vita
di Maurizio Morelli
foto di Giorgio Majno
Mai come in questi ultimi decenni il tempo ha preso possesso delle nostre vite. Non il tempo circolare dei ritmi della natura, ma un tempo artificiale, invasivo e rettilineo, che ci proietta in avanti o ci respinge indietro, divora il nostro spazio vitale e ci rende ansiosi. Riscoprire la lateralità significa recuperare il proprio spazio vitale, in cui vivere il tempo della vita e non più quello dell’orologio, delle scadenze e degli obblighi. Il senso simbolico di questo asana è proprio questo: ritrovare un contatto profondo con il “fianco”, simbolo fisico di lateralità, di tutto quello che ci sta attorno, di quell’immenso spazio di vita che troppo spesso dimentichiamo. Aprendo il fianco espandiamo il respiro, riattiviamo la visione laterale, creiamo spazio per il movimento ludico, la socialità, il piacere, i sentimenti e gli affetti, recuperiamo cioè la nostra umanità nella sua forma più completa. Sviluppiamo anche un maggiore contatto intuitivo con l’imponderabile, con ciò che è sfumato, morbido e accogliente. Il campo della coscienza si amplifica per effetto di una ritrovata ricettività, come se il mondo divenisse all’improvviso un posto più grande, pieno di cose interessanti tutte poste attorno a noi, ma di cui, sino a un istante prima, non avevamo alcuna coscienza. E superiamo l’ossessione per il tempo lineare di cui riusciamo finalmente a smascherare l’inconsistenza. Si tratta quindi di un ritorno a una condizione di purezza infantile, che implica anche la capacità di piegarsi senza difficoltà verso la madre terra e una mente ancora capace della massima attenzione, che non da nulla per scontato, che osserva e apprende con gioia perché questa è la sua vera natura quando non è ancora intaccata dalla ripetitività, dal dare tutto per scontato, dal guardare solo avanti, dall’abitudine, dall’ansia e dalla noia. Parsva Uttanasana non è solo una bellissima e salutare postura, è innanzi tutto il simbolo di una ritrovata capacità di essere nella vita nel modo più intenso e aperto possibile, di essere consapevoli al massimo voltaggio.
Fase 1
In posizione eretta, i piedi sono paralleli e possono stare abbastanza vicini oppure larghi quanto i fianchi. Prima di cominciare, è bene dedicare qualche secondo alla percezione del proprio corpo, l’appoggio dei piedi, il rilassamento controllato, soprattutto le articolazioni degli arti inferiori e il bacino. Sono sufficienti a trovare la giusta energia e concentrazione.
Fase 2
A questo punto si possono aprire le gambe e le braccia. Con un salto ben misurato, inspirando, oppure scorrendo i piedi dalla punta al tallone. In posizione finale le braccia risultano a croce e la linea dei piedi, che restano paralleli, un poco oltre la linea verticale che scende dai gomiti. In questa posizione i polmoni sono pieni.
Fase 3
Nel compiere i seguenti passaggi puoi prenderti il tempo che vuoi, impiegando anche più atti respiratori. Facendo perno sul tallone destro, ruota il piede corrispondente di 90°; facendo perno sulla parte anteriore del piede sinistro ruotalo di 45° circa, spostando indietro il tallone. Ruotando sulla linea dei fianchi cambia la direzione di bacino, tronco e viso che verranno a trovarsi girati sulla linea del piede destro. Unisci le mani tra le scapole, palmo contro palmo. Questo gesto si chiama Hamsa Mudra (Gesto del Cigno) e non è accessibile a tutti. In alternativa, porre le mani una sull’altra alla base delle scapole. Con la pratica tutti i passaggi potranno essere compiuti nel tempo di un’espirazione.
Fase 4
L’onda energetica per l’inarcamento inizia dalla regione anteriore del piede destro che viene premuto a terra, come ad artigliare il terreno. Inspirando contrai i glutei, mantenendo l’addome controllato. Senza interrompere il fluire del movimento, inarca la schiena quanto possibile, ma senza perdere il centro dell’equilibrio. Apri il mento (allontanandolo dallo sterno) solo alla fine. Questa fase può essere mantenuta per una breve apnea piena, prima del passaggio successivo, oppure protratta per 3-5 respiri.
Fase 5
Espirando, scivola con il busto in avanti, in un movimento fluido. Intanto, porta il baricentro leggermente indietro, per mantenere un equilibrio costante e ridurre lo sforzo al minimo. Quando il busto è parallelo al suolo, compi due diverse azioni, con estrema delicatezza e precisione. Contraendo un poco gli addominali, ruota il busto verso la gamba destra, in modo che risultino paralleli. Scivola indietro con il baricentro, mantenendo costante la spinta del piede destro al suolo. Il tronco aderisce alla coscia a partire dal basso addome e senza forzature. La respirazione è spontanea oppure con tecnica Ujjaiy, che favorisce la distensione della colonna vertebrale e un contenimento addominale anche in fase statica. Mantieni la fase statica per almeno 30 secondi e fino a 2 minuti.
Fase 6
Terminata la fase statica, raddrizza il busto inspirando e scivolando in avanti con il baricentro (fase 3). Mantieni la percezione delle piante dei piedi a contatto con il suolo. Fai una pausa respiratoria, poi espirando sciogli le braccia (con cautela, tenendo le spalle basse e muovendole una alla volta) e riportale a croce (fase 2). Contemporaneamente, riporta i piedi paralleli (il destro ruota sul tallone, il sinistro sulla punta). Avvicina i piedi e porta le mani lungo i fianchi (fase 1). Puoi farlo con un salto misurato, inspirando, oppure scorrendo i piedi dalla punta al tallone. Lasciando il respiro spontaneo osserva, con l’occhio interiore, l’allineamento e rilassamento controllato dell’intero corpo, il contatto con il suolo e la morbidezza delle articolazioni, specie quelle degli arti inferiori, del bacino e delle spalle. Ripeti sul lato opposto invertendo tutti i passaggi.
Variante
Alla fase 3, anziché unire le mani dietro la schiena, congiungile incrociando le dita. Abbassa le spalle e, inarcando leggermente indietro, avvicina le scapole. Espirando, scivola con il busto in avanti, in un movimento fluido. Mentre il baricentro scivola leggermente indietro le mani (e le braccia) salgono verso l’alto. Le mani verso l’alto favoriscono il movimento in avanti del busto. Quando si trova parallelo al suolo, ruotalo verso la gamba destra, con una minima contrazione addominale e un leggero spostamento verso sinistra delle mani. Scivolando indietro con il baricentro, le mani si allontanano sempre più dalla schiena, ma senza forzature. Tutti i passaggi devono risultare agevoli e morbidi.
Benefici
- Riequilibra la postura e la muscolatura.
- Sviluppa coscienza del baricentro.
- Allunga la colonna.
- Rivitalizza le strutture profonde.
- Stimola e tonifica gli organi pelvici e addominali.
- Rinforza cuore, respiro e concentrazione.
- Rende agili e dona eleganza alla camminata.
Controindicazioni
In caso di protrusioni o ernie in zona lombare un’esecuzione non ottimale di questa postura può risultare dannosa.
In questi casi l’esecuzione deve essere prudente, particolarmente sorvegliata e immediatamente sospesa se si avvertono sintomi dolorosi.
Errori comuni
Gli errori più frequenti sono la scorretta posizione del piede posto dietro, che deve rimanere ruotato verso l’interno di almeno 30-45°. Senza questa inclinazione l’energia ascendente perde il movimento a spirale e l’anca rimane debole. In caso di soggetti con articolazioni molto aperte possono esserci slittamenti della testa del femore nell’acetabolo. Anche il mancato e impreciso contenimento addominale rende la posizione debole e poco efficace. Altro errore comune è non scivolare indietro con il baricentro, ma il movimento di scivolamento del busto verso la gamba anteriore focalizzato nella parte alta del corpo anziché nel suo centro. In tal modo, la posizione rimane sbilanciata in avanti e induce forti e innaturali contrazioni muscolari per mantenere l’equilibrio. Anche flettere le ginocchia, specie quello della gamba anteriore, non va bene. Questo interrompe il flusso di energia ascendente e rende la posizione instabile. Il movimento di scivolamento in avanti è eseguito di slancio, anziché avvenire per effetto di una progressiva contrazione addominale. Assenza di torsione verso la gamba anteriore (per effetto di minima contrazione addominale) quando il busto ha raggiunto la posizione orizzontale.
ARTICOLI CORRELATI
La torsione è in gioco di equilibrio, aumenta la flessibilità del nostro spettro spirituale
Nell’azione, la calma. È l’insegnamento di Supta Virasana: un mix perfetto fra movimento e abbandono