Sirsasana
Guardare il mondo alla rovescia è un’opportunità che apre nuovi orizzonti, fisici e psicologici
di Lisetta Landoni (testo raccolto da Silvia Icardi)
foto di Giorgio Majno
Viene spesso sottolineato che sembra innaturale invertire la posizione del corpo e stare per un periodo a testa in giù, in realtà questa è un’occasione eccezionale per guardare le cose e il mondo da un’altra angolazione. La Posizione sulla Testa, Sirsasana (sirsa significa “testa”) è considerata dai testi classici la “regina” delle posizioni. Nell’antichità si usava dire che “assicurasse l’immortalità”, oggi, più prudentemente, le si riconoscono svariati benefici che si manifestano ad ampio raggio su tutto il sistema immunitario, sulla circolazione sanguigna e linfatica e sul sistema muscolare. In più, oltre ad aiutarci a superare le paure iniziali (“cado”, “mi spacco la testa”, “aiuto”, etc..), Sirsasana si profila addirittura come un’occasione di meditazione, perché, per mantenere l’equilibrio, bisogna far ricorso a una strategia respiratoria che aiuta a introvertire l’attenzione e dona calma e pace.
Toccasana per ghiandole e ormoni
La Posizione sulla Testa apporta grandi benefici, inoltre, alla funzione della tiroide, dell’ipotalamo e della pituitaria (controllore del sistema endocrino), migliorando la circolazione intracranica e rivitalizzando tutti i centri nervosi. In questo senso corregge e rettifica diversi disturbi ghiandolari e ormonali ed è molto utile anche per le donne afflitte da dolori mestruali e tensioni localizzate nell’area addominale. Il motivo è evidente: invertendo la posizione abituale, si sposta tutto il peso del corpo sulle spalle e sulle braccia, coinvolgendo in tal modo i muscoli pettorali e tutta la muscolatura dorsale e addominale mentre si allevia quella sensazione di pesantezza così frequente nelle donne in coincidenza con diversi momenti del periodo mestruale (basti pensare che dalle gambe viene evacuato circa mezzo litro di sangue). Una curiosità: la gestante che sappia sostenere Sirsasana senza difficoltà trae un gran beneficio dalla sua pratica. E con lei anche il suo bambino. Ma, attenzione, stiamo parlando di praticanti esperte non di future madri avventurose che vogliono provare la posizione al 7° mese di gravidanza!
Benefici
- Migliora la circolazione sanguigna
- È un potente tonico del sistema nervoso centrale
- Regolarizza le funzioni dell’ipofisi e in generale di tutto il sistema endocrino
- È un decongestionante degli organi addominali e aiuta a risolvere disturbi intestinali cronici come colite e stipsi
- Aiuta la concentrazione e il buon umore come conseguenza di una maggiore sicurezza di sé
Controindicazioni
- Glaucoma
- Ipertensione oculare
- Infezioni agli organi della testa (otiti, ascessi dentari, sinusiti)
- Per quanto riguarda cefalee ed emicranie ognuna fa caso a sé. È dunque impossibile esaurire l’argomento in breve (rimandiamo a un consulto medico)
Posizione dell’Eroe o del diamante (Vajrasana)
Siediti in Vajrasana con i glutei sui talloni uniti, i piedi in flessione plantare, gli alluci a contatto tra loro. La schiena è ben diritta, le scapole unite, il mento leggermente ritratto. Le mani sono appoggiate sulle ginocchia con i palmi aperti.
La giusta distanza dei gomiti
Ora, dopo aver puntato le dita dei piedi a terra, fletti il busto sulle cosce e porta i gomiti a terra davanti alle ginocchia. A questo punto, afferra i gomiti con le mani e stabilisci che questa è esattamente la distanza che deve essere mantenuta durante tutta la pratica di Sirsasana.
Il ruolo delle mani
Intreccia le dita delle mani in modo che si formi una sorta di triangolo. E, tenendo i gomiti ben saldi al pavimento, porta gli avambracci e le mani avanti a formare un secondo triangolo i cui vertici sono i gomiti e le mani.
La sommità della fronte
Appoggia la sommità della fronte (l’attaccatura dei capelli) in mezzo al triangolo formato dalle mani. Benché da più parti si sostenga l’opportunità di poggiare a terra la sommità del capo noi invece ribadiamo la necessità di poggiare delicatamente la sommità della fronte nel rispetto del tratto cervicale della colonna scaricando tutto il peso dell’esercizio solo sui gomiti, gli avambracci e le mani.
La preparazione vera e propria
Ora inizia la vera preparazione al distacco delle gambe da terra che consiste nel portare i glutei verso l’alto, mentre si avanza con i piedi in direzione del tronco.
Avanti e indietro
Questo procedere in avanti e poi indietro (allontanando nuovamente i piedi dal busto) deve essere ripetuto più volte per familiarizzare con il giusto movimento. Con un’avvertenza fondamentale: la testa non deve ruotare, il punto di contatto con il suolo deve rimanere sempre la sommità della fronte.
Muscoli tonici
Una volta raggiunta la posizione in cui il corpo è parallelo al pavimento, la sequenza preparatoria va ripetuta varie volte fino a quando risulti evidente il ruolo delle braccia, delle gambe e dei piedi alla cui muscolatura e tonicità facciamo appello. Ripetiamo che i gomiti, gli avambracci, le mani devono restare perfettamente nell’angolazione prescelta e la testa non deve spostarsi.
Un gioco di leve e i piedi si sollevano
Incomincia ad arrotondare il dorso fino a quando piedi e gambe spontaneamente si staccano da terra grazie a un gioco di leve che favorisce l’individuazione del baricentro ideale. Ricordati che è assolutamente vietato alzare i gomiti.
Sirsasana
Ora sei nella posizione finale che dovrai mantenere grazie a espirazioni prolungate, a un’antiversione del bacino e a un sapiente bilanciamento tra la muscolatura addominale e dorsale. Le gambe devono essere perfettamente tese e i piedi in flessione plantare (con le punte al soffitto). Il ritorno avviene esattamente come all’andata, con le gambe tese e riportate lentamente sul pavimento.
7 punti da non dimenticare
- Più a lungo si tiene la posizione sulla testa meglio è! All’inizio è logico che non si supereranno che pochi secondi ma nel tempo bisognerebbe arrivare a tenerla per 5/10/30 minuti. Solo così, infatti, si manifesteranno appieno i suoi potenti effetti.
- Eseguendo Sirsasana, il peso del corpo deve essere totalmente supportato dalle braccia, dalla posizione delle mani, da tutta la muscolatura addominale e dorsale (inclusa quella cervicale). Ciò non significa che il peso in qualche modo danneggi il tratto cervicale della colonna perché, quando il praticante ha ben compreso l’iter della posizione, sa che non deve scaricare il peso sulla testa. Addirittura la sommità della fronte dovrebbe appena sfiorare il pavimento. Ma è fondamentale sapere che i muscoli del tratto cervicale (sternocleidomastoideo, semispinale della testa, splenio, trapezio, etc.) debbono essere sempre tonici per reggere adeguatamente il capo che, da solo, pesa 7 Kg e mezzo circa!
- E ancora: i gomiti devono essere saldamente ancorati a terra. Se questi si sollevassero durante la pratica ci sarebbe il rischio di cadere e di farsi male. Non è detto che si debba arrivare immediatamente nella posizione finale: è prevista una fase intermedia in cui il praticante tiene le ginocchia raccolte al petto in attesa di allungarle verso il soffitto. Questa fase può durare parecchio, cioè fino a quando ci si sente pronti a completare Sirsasana.
- È altrettanto evidente che un principiante che affronta Sirsasana deve essere aiutato dal suo istruttore e che questi deve offrirgli la possibilità di appoggiarsi al muro fintanto che l’assunzione della postura sia diventata talmente facile e disinvolta da non costituire più un problema.
- Ogni asana si scioglie sempre esattamente come la si è assunta, ovvero seguendo il percorso inverso. Questo vale anche per Sirsasana.
- Nello yoga, le posizioni vanno sempre assunte e sciolte molto lentamente evitando di sommare disordinatamente dei passaggi. Ogni passaggio va eseguito sull’espirazione, perché è grazie a questa che i muscoli si rilassano quanto basta affinché la postura non risulti troppo faticosa per chi la esegue.
- Ricorda che Patañjali si è espresso molto chiaramente anche rispetto all’atteggiamento mentale da osservare durante la pratica dello yoga. Negli “Yoga Sutra”, sosteneva due concetti fondamentali:
I “stira sukham asanam”, che significa “la postura deve essere stabile e comoda”;
II aparigraha, il “non possesso”, uno dei suoi precetti (yama).
Ai più sembrerà curiosa questa affermazione ma, in realtà, la comprensione di questo precetto aiuta a mantenere il giusto distacco rispetto a una affermazione di sé che potrebbe essere occasione di vanto o di fraintendimento delle finalità altamente spirituali dello yoga.
Lisetta Landoni
Si è avvicinata allo yoga nel 1975 formandosi con André Van Lysebeth. È titolare e insegnante dell’Accademia di Kriya Yoga di Milano (kriyayogaccademia.it).
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