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La Posizione dell’Orso: i nuovi libri di Yoga Journal

Lo yoga allegro di Merudan creato da Eloisa Scichilone per la prima volta in volume

di Guido Gabrielli

 

Il meraviglioso e surreale mondo di Merudan, protagonista del libro di Eloisa Scichilone, pubblicato all’interno della nuova collana di libri frutto della collaborazione tra Yoga Journal e Morellini Editore

 

Eloisa Scichilone La Posizione dell’Orso“La Posizione dell’Orso – lo yoga allegro di Merudan” è uno dei primi e rari libri sullo yoga sotto forma di fumetto. L’arte dell’ironia e della poesia assieme a un tratto fresco, lieve e delicato rendono originale questo libro dedicato ai vari aspetti del sentire lo yoga. Merudan, l’orso allievo di yoga immaginario, creato da Eloisa Scichilone, insegnante yoga e illustratrice (e collaboratrice di Yoga Journal), ha vissuto per alcuni anni in un blog online (thebearposition.blogspot.it), prima di diventare il simbolo di apertura delle “Pagine Om” del nostro magazine.

 

Come è nata questa esigenza di dialogare con un orso immaginario?

All’epoca tenevo laboratori di disegno per bambini e, avendo per molti anni disegnato Winnie the Pooh (lavoravo in Disney), mi è venuto naturale usare un orso per spiegare come disegnare un personaggio simil-umano senza identificarsi. Ho poi iniziato a usare lo stesso sistema con gli studenti più grandi vedendo quanta libertà creava, e così ho iniziato a riflettere sulle caratteristiche dell’orso, sul suo essere bipede e quadrupede, su come si muove, su quanto ami giocare e anche fare Yoga (Merudan viene da merudandasana – la Posizione dell’Orso). L’orso vive nel nostro immaginario fin da quando siamo piccoli e per me rappresenta tutto: è tenero, simpatico, pigro ma anche aggressivo, permaloso e forte, è un po’ come se incarnasse tutte le caratteristiche umane in una forma molto pura, scevra di ogni artificio mentale. Così è nato Merudan.

 

Deve essere bello mettere a disposizione dello Yoga e di Merudan il tuo talento di illustratrice. Ti permette di creare un linguaggio tutto tuo, simbolico e intenso: è stato utile per la tua crescita di yogini?

In effetti sì. Ho iniziato a disegnare le prime tavole che parlavano di Yoga per il desiderio di guardare al mio percorso: al perché avevo iniziato e a quali difficoltà avevo trovato, ma anche ai progressi fatti semplicemente con l’idea di essere sempre sincera. Per disegnare tavole o strisce devo necessariamente riflettere molto sull’argomento che decido di trattare, su come rappresentarlo, cosa dire e in quale modo. Questo modo di procedere rende tutto molto più chiaro e semplice anche dentro di me, dandogli un’immagine precisa che poi diventa una storia da raccontare durante una lezione o qualcosa da andare ogni tanto a rileggere, perché quando l’ho scritto ero concentrata ma poi me ne dimentico io stessa.

 

In questo processo Merudan, il personaggio, è stato un’opportunità. Spesso nella letteratura si diventa succubi dei personaggi creati: è lo stesso tra te e lui?

È verissimo! Ma tra di noi per adesso c’è un buon equilibrio. Lui di suo è decisamente ingombrante, ma ha l’animo leggero e rende tutto molto facile. Ogni tanto mi trovo a dire o a pensare cosa farebbe Merudan in quel momento o se quella cosa gli piacerebbe o meno, e questo mi diverte molto e spesso mi fa cambiare approccio rispetto all’argomento che sto trattando.

 

La Posizione dell’Orso_Eloisa ScichiloneÈ più Merudan che suggerisce i temi o viceversa?

I temi sono sempre io a deciderli ma è decisamente lui a decidere come interpretarlo: io di mio sarei un po’ più seriosa e sicuramente più noiosa, tendo a essere conservatrice e a prendermi troppo sul serio a volte.

 

L’umorismo è una parte poco coltivata nello yoga, in questo bisogna riconoscere che Merudan è un maestro.

Oh sì ! Lui è bravissimo a non prendersi troppo sul serio e trascina anche me. A darmi l’idea di uno Yoga meno serioso sono stati gli insegnamenti di Swami Asokananda, diretto discepolo di Sri Swami Satchidananda (Sri Gurudev), per il quale la cosa più importante nel percorso era “to have fun” cioè divertirsi. Gli Swami Integral Yoga che ho incontrato mi hanno sempre dato una sensazione di leggerezza e divertimento, perché in effetti si possono trattare argomenti molto difficili anche con un grande sorriso e con grande semplicità. Essere poi grande, grosso, peloso e goffo aiuta parecchio a riuscire bene nell’intento.

 

Essendo a modo suo un libro sul sentire lo yoga, sui dubbi e le meraviglie che si incontrano nel percorso, da 1 mese a 100 anni, suggeriresti a un praticante di tenere un diario sul percorso della pratica?

Sì, penso che possa essere sempre un bel modo di guardarsi dentro, però con leggerezza, senza giudicarsi, ma solo per capire cosa ci fa stare bene e cosa no, cosa abbiamo incontrato e come lo abbiamo vissuto. Vengo appunto da due settimane di corso intensivo di Integral Yoga all’Ashram di Yogaville in Virginia e ho tenuto un diario scritto e disegnato (ovviamente) in cui prendevo appunti sul corso ma soprattutto sull’esperienza e su come stavo, anche in questo caso riguardarlo e metterlo in ordine mi servirà per fare un passo avanti e magari chissà…fare un altro libro.

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