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Vastu: l’arte  di  progettare i tuoi spazi

Lo spazio attorno a te si relazione alla tua energia e amore. Un progetto antico di millenni basato sui concetti di orientamento, equilibrio e proporzione

 

Vastu: l’arte  di  progettare l’energia e armonia lo spazio che ci circonda
Di Guido Gabrielli

ll Vastu è un sistema di architettura e design indiano con quasi 5000 anni di tradizione, che si concentra sulla creazione di spazi abitativi armoniosi e in sin- tonia con la natura e le energie sottili. Basato sui concetti di orientamento, equilibrio e proporzione, progetta ambienti che favoriscano la salute, la prosperità e la felicità delle persone che vi abitano, è ancora oggi utilizzato in India e in altri paesi per la costruzione di abitazioni ed edifici commerciali.

Parliamo delle linee guida di questo sistema con Tiziano Valentinuzzi, astronomo, esperto di Vastu, lo Yoga dell’Abitare, autore del manuale “Vastu, Dalla Casa all’Anima” (Bruno Editore), dedicato alla storia e alla pratica di questo antico metodo di integrazione spazio-spirituale.

D YOGA JOURNAL: Partiamo dal significato del termine sanscrito Vastu…

R TIZIANO VALENTINUZZI: La sua radice “vas” si traduce con “risiedere, abitare, dimorare, stare”, e quindi Vastu si riferisce all’atto di abitare uno spazio. Ma in filosofia è un termine che si usa per definire ciò che è reale, “prima sorgente”, ovvero parte essenziale di qualcosa.

Con la parola Vastu oggi si intende uno spazio abitativo o lavorativo, compreso il terreno su cui sorge; ma dalla radice della parola sanscrita vas si intuisce l’importanza di qualcosa di più essenziale riferito a quei luoghi, qualcosa che fa da substrato creativo, che ne definisce leggi e comportamenti. Scientificamente parlando, si potrebbe tradurre come spazio-tempo, ossia il palcoscenico quadridimensionale in cui si svolgono tutti i fenomeni fisici osservabili e misurabili.

 

Il Vastu traccia le linee fondamentali del funzionamento dello spazio e della sua energia, assegna delle nature e dei pesi alle varie direzioni all’interno di una delimitazione geometrica specifica. Insegna come gestire lo spazio una volta che se ne è ritagliata una parte e si sono definiti i muri perimetrali, definendo l’energia peculiare di quel luogo: in che modo quell’abitazione, quello spazio lavorativo, quell’edificio risuona con lo spazio circostante e, più in generale, con il Cosmo?

 

D YJ: Quali sono i fondamenti teorici e culturali del Vastu?

R TV: Essi provengono dai testi fondamentali della filosofia vedica come la Bhagavadgītā. Nello specifico, la prima parte del capitolo 13 della Gita offre un grande supporto filosofico per il Vastu.

In quei versi Krishna parla del campo (kshetra) e del conoscitore del campo (kshetrajna). “Il campo” è considerato il corpo, ma più estesamente il mondo fenomenico (prakriti).

In particolare i versi 13.6-7 esprimono molti concetti che sono alla base del Vastu: BG 13.6-7 – I cinque elementi, il falso ego, l’intelligenza, il non-manifestato, i dieci organi di senso, la mente, i cinque oggetti dei sensi, l’aggregato [dei 24 componenti della materia], l’attrazione e l’avversione, la gioia e il dolore, i sintomi della vita e le convinzioni, tutto ciò forma, in sintesi, il campo d’azione e i suoi elementi interattivi.

Ma fanno parte del “campo”, ossia dello spazio-tempo, anche il nostro apparato psichico e alcune modalità di interazione molto significative, come per esempio le convinzioni. Qui il Vastu interviene in modo particolare: modificando gli spazi intorno a noi, si vanno a modificare anche le nostre convinzioni.

 

Lo spazio e la nostra psiche, con tutte le sue funzioni e i suoi contenuti, sono un tutt’uno, perciò possiamo fare piccoli ritocchi in casa per ottenere cambiamenti interiori e, in ultima analisi, cambiare il nostro destino.

 

YJ: Cerchiamo di capire bene il pensiero che riguarda gli orientamenti della casa nel Vastu.

R TV: Per il Vastu anche la casa ha un’anima. Simbolicamente è rappresentata come un corpo posizionato a faccia in giù, con la testa a Nord-Est, come si vede nello schema che si chiama Vastu Purusha Mandala o “diagramma dell’anima della casa”. Vi è sinteticamente rappresentato tutto ciò che c’è da conoscere sul Vastu. La cultura vedica ha infatti la caratteristica di racchiudere conoscenze vaste e articolate in schemi facili da memorizzare, proprio perché venivano tramandate oralmente, da maestro a discepolo.

Esiste una precisa relazione e connessione tra le otto direzioni cardinali, la terra e il cielo (il Cosmo). Queste informazioni sono sintetizzate e racchiuse nel Vastu Purusha Mandala, tramite la posizione, la fisiologia e la specifica energia che viene associata ad ogni quadrato in cui è suddiviso.

Nell’immagine, il Nord si trova verso l’alto. Analizzando lo schema, possiamo dedurre informazioni di base importantissime per la nostra casa:

  • La testa del Vastu Purusha è a Nord-Est, che quindi è un’area fondamentale.
  • Le ginocchia e i gomiti (parti delicate del corpo) sono a Nord-Ovest e Sud-Est, che quindi sono aree molto delicate e suscettibili.
  • Il cuore con tutti gli organi vitali è al centro della figura, sicuramente una zona molto energetica e importante.

D YJ: Ci sono affinità o collegamenti con la filosofia dello Yoga e dell’Ayurveda?

R TV: Quella che potremmo chiamare “cultura vedica” è un corpus unico di conoscenza, sia spirituale, sia psicologica, sia materiale, capace di mettere in armonia e perfetta sintesi tutte queste dimensioni dell’esistenza. Per i rishi vedici questo è sempre stato ovvio, non ci si può pren- dere cura del corpo senza prendersi cura della mente, e soprattutto senza prendersi cura dello spirito, dell’anima. Bisogna farlo sincronicamente,

Tutte le scienze vediche, per cui anche il Vastu, sono state tramandate e raffinate per millenni attraverso le parampara, le successioni orali tra maestri e discepoli, per fornire ai posteri sintesi sempre più organizzate e

ultimamente si comincia a capire il senso della multidisciplinarietà. Per i rishi vedici questo è sempre stato ovvio, non ci si può pren- dere cura del corpo senza prendersi cura della mente, e soprattutto senza prendersi cura dello spirito, dell’anima. Bisogna farlo sincronicamente, esistono dei trattati specifici, in realtà queste discipline non sono mai slegate una dall’altra: sempre, tutte quante, aderiscono al modello spirituale dell’esistenza, cioè “non si dimenticano l’anima”.

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