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Dharma Mittra: principianti si diventa

Da 50 anni maestro di devozione e semplicità nella pratica dello yoga

di Milena Dotto

 

Dharma MittraSi entra nel piccolo, affollatissimo studio di New York con la sua postura perfetta, che ha tutta la leggerezza e l’elasticità di un corpo forte, flessuoso e in salute. Lo sguardo – acuto, mai severo, gentile e vivace– è parte di quel carisma che chiunque lo incontri percepisce sin dal primo momento con affetto e rispetto.Dalla prima lezione con lui, molti anni fa, ad oggi che sono diventata insegnante diplomata alla sua scuola, ho capito cosa significa la famosa frase “quando lo studente è pronto l’insegnante arriva”. Con oltre cinquant’anni di pratica e insegnamento alle spalle, Dharma è davvero il maestro dei maestri: capace di insegnare, e di condividere le proprie conoscenze facendo in modo che ciascuno studente trovi il suo spazio e tempo d’apprendimento. Una delle caratteristiche del suo insegnamento è propriola capacità di adattarsi alle esigenze degli studenti, senza deviare da un percorso serio e rigoroso – ma non certo serioso – di ricerca della verità e della conoscenza. Quando il suo centro era ancora nella Terza Strada, mentre stavo eseguendo una variazione di Virabhadrasana, mi si avvicinò silenzioso come un gatto e, quasi solo sfiorandomi, mi unì pollice e indice a formare un perfetto Jnana Mudra. Dopo anni e anni il suo stile d’insegnamento non è cambiato: sempre cordiale, attento ad ogni studente, soprattutto se principiante. Dharma è conscio che iniziare a praticare yoga non sia così semplice; forse perché per lui stesso non f u né semplice né immediato, ma frutto di convinzione e perseveranza.

 

 

 Quando si inizia a praticare yoga, gli studenti, di qualsiasi età e percorso, hanno spesso molte aspettative: come evitare che queste non diventino un limite alla crescita della pratica?

Se il principiante è obbediente al suo maestro, sin dall’inizio, la pratica sarà corretta e regolare. Non mancheranno inoltre i risultati e lo studente non rimarrà deluso. Ma se non si ascoltano e non si seguono le istruzioni, allora, molto probabilmente le aspettative saranno disattese e si perderà anche entusiasmo. L’insegnante deve in più essere capace di incoraggiare in modo coerente lo studente. è però anche comprensibile essere intimoriti o anche impauriti da posizioni che sembrano impegnative, difficili o perfino pericolose.

 

Può capitare infatti che uno studente si auto-limiti per timore di non essere in grado di raggiungere una data posizione o per paura di farsi male.

A volte si tratta di un asana e legittima conoscenza del proprio corpo e dei propri limiti, altre volte si tratta di vera e propria paura. In primo luogo bisogna ricordarsi che la paura è un catalizzatore di incidenti. Ma uno studente deve imparare a fidarsi del suo insegnante e delle sue istruzioni. Ho avuto una praticante impauritissima da Halasana e Sarvangasana. Non mi permetteva di avvicinarmi per aiutarla e nemmeno di suggerirle eventuali supporti da utilizzare per facilitare l’apprendimento, come sedie o semplicemente il muro. Non potevo nemmeno toccarle i piedi perché aveva una grande paura di farsi male al collo. Questa situazione è andata avanti per ben undici anni! Un giorno invece mi ha permesso di tenerle i piedi anche se per tutto il tempo era terrorizzata dall’idea di farsi male al collo… Per tutta la durata della posizione ha pianto e sudato, ma sapevo che era molto flessibile e quindi le ho posato i piedi a terra completando Halasana. Ecco fatto! Il vero problema qui era che la praticante aveva la fobia di farsi male al collo in una di questedue posizioni. Uno studente si deve affidare al proprio maestro per sorpassare i suoi limiti e se questo per varie motivazioni non è possibile, sarà l’insegnante a proporre qualche variazione o posizioni alternative… ce ne sono talmente tante!

 

 

Ma come si trova l’insegnante al quale potersi davvero affidare, che non alimenta né il proprio ego né quello dello studente?

Tutti gli insegnanti di yoga in un certo senso sono Guru (coloro che danno luce), ma non tutti sono uguali o hanno lo stesso livello di conoscenza, esperienza e purezza nel corpo, nella mente e nel cuore. Alcuni sono impuri e avidi, qualcuno cerca solo di diventare famoso, ricco o far vedere quanto è bravo con le posizioni, diversi mangiano carne o fumano e la maggior parte di loro non è ancora Auto-Realizzato. Questi insegnanti non sono comunque per così dire “sbagliati”. Tutti gli insegnanti passano per diversi livelli di incarnazione e alla fine magari qualcuno raggiunge l’illuminazione. Allo stesso modo esistono diversi tipi di studenti. Alcuni sono onesti, rispettosi, ubbidienti e compassionevoli. Altri sono sospettosi, criticano il loro Guru e quello degli altri e si comportano male. La maggior parte d i questi cerca solo un blando sollievo a lle proprie sofferenze, mentre altri cercano solo di irrobustire il corpo. Altri ancora cercano solo di racimolare un appuntamento e di trovare un/a fidanzato/a (nell’insegnante o in altri praticanti). Insomma, tutti questi approcci alla pratica mica sono sbagliati! Tutti noi sperimentiamo ogni tipo di emozione o esperienze nelle nostre vite attuali e precedenti. Lo studente non ha altra scelta che trovare un insegnante in equilibrio con il proprio livello di conoscenza. Ricordati infatti che i simili si attraggono! Ti ricordi poi il detto “quando lo studente è pronto il maestro arriva”? Beh, è vero!

 

In base alla tua esperienza di insegnante, e prima ancora di yogi, su quali elementi un principiante di yoga si dovrebbe concentrare?

Al primo posto sicuramente l’obbedienza nei confronti dell’insegnante. Poi gli yama (le imprescindibili regole etiche dello yoga) e una dieta vegetariana. Inoltre lo studente deve sviluppare un forte desiderio di conoscenza e Auto-Realizzazione. Deve studiare i testi antichi (Bhagavad Gita, Yoga Sutra e Hatha Yoga Pradipika). Infine, una meditazione quotidiana. Gli yama e lo studio di questi testi comportano grandi cambiamenti nella vita quotidiana. Anch’io ho sperimentato ad un certo punto un profondo desiderio di modificare radicalmente alcune abitudini (alimentazione, desideri, pensieri…) e penso sia normale quando si pratica con regolarità.

 

Come consigli di gestire il cambiamento?

Tutti i cambiamenti devono essere graduali! Ma con l’aiuto di un buon insegnante, di alcuni tipi di Pranayama (esercizi di respirazione yogica) e la meditazione, il praticantepotrà sorpassare qualsiasi ostacolo. I principianti in particolare, giorno per giorno, devono imparare la virtù della pazienza e iniziare ad evitare di pensare ai risultati o avere aspettative dalla loro pratica. Bisogna praticare semplicemente perché bisogna praticare! Se poi sono fortunati di trovare qualcuno che spieghi loro la legge del karma in modo che possano comprendere la ragione della propria quotidianità, dei propri desideri e che questi non sono null’altro che il risultato delle vite precedenti. Gli studenti non devono ancorare la propria pratica a risultati prefissati arbitrariamente e, più in generale, devono adottare un sano distacco dalle proprie azioni. Lo yoga porta sempre risultati significativi, magari diversi da quelli che ci si aspettava. D’altronde, è proprio così che ci si rende conto di come le nostre aspettative non fossero altro che un limite.

 

 

La storia del poster delle posizioni

La vicenda del famoso poster è emblematica a questo riguardo. Tra la fine degli anni ’70 e l’inizio degli ’80, quando lo yoga non era ancora diffuso come oggi e la computer graphics era ancora fantascienza, Dharma decise di realizzare, come offerta per il proprio Guru, un poster che rappresentasse 908 asana. Iniziò quindi a fotografarsi nelle varie posizioni, il fondale era un semplice lenzuolo, il telecomando dell’autoscatto doveva azionarlo tenendolo in bocca, alcune posizioni richiedevano giorni di digiuno. Poi stampò tutte le foto, ne scelse 908, le ritagliò con cura certosina, le incollò su un lenzuolo e lo portò in una tipografia per riprodurlo. Dharma ne fece stampare decine di copie; molte furono regalate alle scuole di yoga in tutto il mondo, altre servivano per rimpiazzare quelle che ogni notte scomparivano, portate a casa da qualche ladro appassionato. Per molti anni Dharma non scrisse il proprio nome sul poster e questo alimentò curiosità e leggende sul suo autore, che fu identificato da alcuni in uno yogi che viveva nelle caverne dell’Himalaya. Si trattava invece di uno yogi newyorchese di origini brasiliane, totalmente disinteressato ai frutti che questo lavoro gli avrebbe portato.

 

 

Bio

Dharma nasce nel 1939 in uno sperduto villaggio dello stato di Minas Gerais in Brasile e si avvicina alla pratica sportiva grazie al Ju Jitsu, al wrestling e al body building. è suo fratello che, per rispondere alla sua continua sete di conoscenza, gli presta un libro intitolato Days of Peace che costituì il suo punto di accesso allo yoga. Dharma prosegue comunque la sua vita quotidiana, arruolandosi tra l’altro nell’aviazione brasiliana. è lo stesso fratello che nel 1964 lo invita a raggiungerlo a New York per presentargli il suo Guru, Yogi Gupta o Sri Swami Kailashananda, al quale Dharma da quel momento in poi rimane fedele, vivendo per dieci anni nel suo ashram come sannyasin (rinunciatario) e provvedendo a tutte le sue necessità. In quel periodo si mantiene facendo decine di lavori, dal tassista al lavapiatti.

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