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Il Nuovo Numero di Novembre – Dicembre

Guarire , un percorso spirituale.

Guarire

Una mia amica, insegnante yoga, una volta mi raccontò di aver conosciuto un medico ayurvedico indiano che le diceva “il mio obiettivo nella vita è morire guarito”.
Bella intenzione. Perché il continuo processo degli organismi viventi a conservare le proprie caratteristiche psicofisiche – al variare delle condizioni esterne dell’ambiente, tramite i meccanismi di autoregolazione – ci conduce perennemente ad una condizione di accoglienza e adattamento.
A volte più o meno evidente, più o meno dolorosa, ci causa piccole o grandi sofferenze. In buona sostanza, possiamo passare la vita a curarci e prenderci cura degli altri (azione fondamentale per i processi di guarigione), ma non è detto che poi si guarisca. Guarire non è un processo fisiologico, è un percorso spirituale.Il modo più semplice per sperimentare il processo di guarigione è nelle relazioni interpersonali a casa, nella banale quotidianità delle faccende domestiche, o nel mondo del lavoro. Per convincersi che il paradiso non è un mondo senza contrasti, ma il modo di non farsi prevaricare dal pregiudizio. Trovi alcuni esempi di pratica consapevole a pag. 14.

C’è un discorso rivoluzionario del Buddha, Il sutra sulla totale pacificazione di tutte le malattie, che segna u n prima e un dopo tra l’antica concezione vedica della medicina – legata agli umori di entità sovrannaturali – e la medicina moderna – legata all’indagine di ciò che accade nel sistema mente/corpo per motivi squisitamente umani. In questo discorso, incontri.amo un modo di intende re la guarigione come ci-armonizzazione: di cui fanno parte non solo gli elementi costitutivi della materia, ma anche le emozioni, i pensieri e i bisogni spirituali connaturati all’essere umano. Per abbracciarli vai a pag. 36.

Il primo passo verso la “guarigione” è accogliere, non contrastare, il dolore, la sofferenza, la paura. Accomodarsi sul  tappetino – e permettersi di sentire pienamente, di ascoltare, di accoglire ciò che ci muove e ci agita – ci dà lo spazio per integrare le nostre esperienze. Cambiando lo stato del corpo, cambiamo la prospettiva mentale. Consiglio le indicazioni di pratica a pag. 54;

Quand’è che nel lessico e nella pratica generalizzata dello yoga (leggi, come si intende oggi, ‘pratica di asana’), si è associata “la guarigione”, ovvero il concetto fisiologico di benessere? A pag. 61, una breve storia su cosa si intendeva un tempo per guarigione e cosa sia diventato nel nostro immaginario.

C’è speranza e salvezza per tutti.

Namastè,
Guido Gabrielli

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