Meditare sulla Prosperità
Il Segreto è superare la percezione di separazione dalle persone e dal mondo
di Grazia Pallagrosi
Secondo la filosofa indiana Preethaji, cofondatrice della Oneness & Oneness Academy, uno dei più frequentati centri di consapevolezza secondo la rinnovata tradizione induista in India (www.oo.academy), il segreto per raggiungere uno stato di prosperità sta nel cambio della prospettiva da cui ‘percepiamo’ le cose.
I 3 elementi che distruggono la prosperità
1 • Le aspettative Ogni convinzione non è altro che un’opinione irrigidita nel tempo, modellata sul passato. Diventa un filtro attraverso il quale percepiamo la vita e ci rende impossibile vederla per come è realmente. Non ci permette di aprirci al futuro e alla sua capacità di stupirci.
2 • L’ossessione del controllo Spesso tendiamo a controllare gli altri per essere sicuri che rispettino i nostri schemi e la nostra idea di come dovrebbe andare la realtà. Nel rapporto di coppia, questa è un’arma letale. Così come la speranza che le persone che amiamo (amici, figli ecc) cambino modo di essere, comportarsi, pensare.
3 • L’ossessione del giudizio Il continuo comparare e incasellare la realtà, le persone e gli eventi ci rende “etichettatori” automatici: scambiando quelle etichette per le persone stesse
Se restiamo in una prospettiva di separatezza in cui percepiamo ‘gli altri’ (esseri umani, esseri viventi e pianeta) come aventi un’identità oggettiva e separata dalla nostra, avremo sempre uno o più ambiti di non-realizzazione in cui procederemo tra gli ostacoli, spendendo tonnellate di energia per ottenere minimi risultati. Se, invece, entriamo in uno stato di coscienza espansa in cui i limiti tra l’io e il tu decadono, facciamo automaticamente ingresso in quel “Field of Abundance” (campo dell’abbondanza) in cui tutto fluisce all’insegna della prosperità, che è lo stato naturale dell’Essere. Denaro, relazioni e sentimenti fluttuano nel medesimo campo energetico unificato: ‘Field of Abundance’ che oggi viene insegnato in tutto il mondo e che prevede il passaggio attraverso “4 Ruote d’Oro”: 4 porte che, messe in moto da opportune pratiche, conducono a riportare nella propria vita prosperità, gioia e connessione costante.
1° Ruota – Anja l’apertura della visione spirituale
“Senza una visione spirituale, tutte le altre visioni sono destinate a creare sofferenza”, spiega Preethaji. “Quindi il primo passo è il passaggio da una visione della realtà materialistica e separata a una visione fondata sulla consapevolezza dell’interconnessione tra tutti gli esseri e sulla presa di coscienza del fatto che non può esistere felicità individuale se non attraverso quella collettiva e viceversa”. A questo scopo si pratica una meditazione specifica: si inizia con qualche minuto di respirazione quadrata (secondo il Pranayama), seguita da diversi cicli di humming (cioè del canto del suono hum pronunciato in modo da sentirne la vibrazione nella testa). Contemporaneamente, si visualizza un lampo di luce che entra nel Brahma Garbha, la zona del cervello situata dietro il 3° occhio che, per la tradizione induista, è la sede del divino in ogni essere umano. “Secondo le recenti ricerche neuro scientifiche questa zona cerebrale è responsabile dell’attivazione della corteccia cingolata anteriore, sede dell’intuito”. Ecco perché la prima ruota mette in moto il salto quantico dallo stato di sforzo a quello in cui tutto scorre intuitivamente e con facilità.
2° Ruota – Accesso alla verità interiore
Siamo cioè ‘maturi’ per spostare il focus dell’attenzione dall’esterno all’interno e per constatare come ogni cosa nasca dalla nostra mente e dal suo continuo lavoro di interpretazione spesso erronea (e automatica) della realtà. «È il logorio della mente continuamente proiettata all’esterno che ci blocca proprio nelle situazioni che vorremmo superare», spiega la filosofa. “Per sfuggire a questa pratica, il metodo più efficace consiste nell’intercettare i pensieri, osservarli e sorridere”. Proprio quanto la mente diventa un treno in corsa che ci travolge, possiamo fermarci e sorridere ai pensieri di cui abbiamo paura, a quelli che vorremmo evitare (e invece ritornano), a quelli che ci spingono in un dedalo di ‘perché’ e ‘per come’, rubandoci continuamente energia.
3° ruota – Pratica la Retta azione
Qui le indicazioni sono molti simili a quelle buddhiste dell’Ottuplice Sentiero. Retta azione è infatti l’agire che si manifesta quando smetti di sentirti separato dal resto e ti rendi conto che qualsiasi cosa tu faccia (mangiare, lavorare, comprare) ricade su tutto ciò che esiste, sugli esseri vicini e lontani, sul pianeta e sulle generazioni future.
4° Ruota- Ingresso al campo illimitato
È lo stato illimitato, in cui tutto fluisce con la spontaneità dell’acqua e con la chiarezza della luce, senza sforzo. A questo scopo si pratica una specifica meditazione che ‘pulisce’ gli eventi che hanno messo in moto la nostra ruota della sofferenza e della deprivazione, attivando la corteccia celebrale dietro il 3° occhio).“Quando il processo di riunificazione è compiuto, anche la vita di relazione può fluire, prospera, come un felice matrimonio interiore”. A tale scopo, si medita per incontrare il bambino ferito che ognuno porta dentro di sé, inascoltato: questo riconoscimento è il primo passo verso la liberazione dalle esperienze dolorose del passato.
Meditazione facile per umani indaffarati
di Grazia Pallagrosi
Un manuale per avvicinarsi alla meditazione a piccoli passi,
anche attraverso l’ausilio di tracce audio a cura dell’autrice