Mindful Journaling
Scrittura come strumento di ricerca personale. Impara a scrivere una poesia in 3 passi
Di Maria Beatrice Toro
psicologa psicoterapeuta direttore istituto mindfulness interpersonale
Ogni percorso di Mindfulness prevede una attività quotidiana di Journaling un tipo di scrittura che aiuta a esplorare, consapevolizzare e ricordare ciò che attraversa la nostra coscienza. Che si tratti di pensieri, stati d’animo o sensazioni, scrivere aiuta a sviluppare due elementi fondamentali:
- Vedere ciò che solitamente non è visibile
- Scoprire “come nasce un’azione”
Facciamo un esempio pratico, ispirato
Sara, è una ragazza giovanissima piena di dubbi, che procrastina regolarmente gli esami universitari. Perché lo fa? Non lo sa neanche lei, dato che in teoria completare gli esami è la sua priorità e quando si presenta prende immancabilmente un 30 e lode.
L’attività di Journaling nel ‘Corso di Riduzione dello Stress attraverso la Mindfulness’ prevede, nelle settimane iniziali, di registrare per 7 giorni gli eventi piacevoli e poi, per altri 7 giorni, gli eventi spiacevoli che accadono ogni giorno. Sara ha qualche tentennamento nell’individuare gli eventi piacevoli, mentre non ha dubbi sull’evento più spiacevole del periodo: l’ennesimo esame mancato.
I pensieri che registra durante il momento di profondo sconforto sono fatti più o meno così: Non mi impegno a sufficienza, Mi vergogno di farmi rivedere dopo essermi prenotata e non essermi presentata, Non sono capace di prendere in mano la mia vita.
Poi ci sono altri eventi, meno perturbanti, ma segnalati comunque come negativi. Una discussione con il fratello per la suddivisione dei compiti domestici e una festa di compleanno passata a “fare tappezzeria”, mentre le amiche ballavano e sembravano divertirsi parecchio. Volete sapere quali sono stati i pensieri? Sui compiti domestici: Non mi impegno a sufficienza, Mi vergogno perché non so tenere in ordine la mia stanza, Non sono capace di gestire le cose della mia vita.
Sulla festa con le amiche: Non mi sforzo a sufficienza per integrarmi, Mi vergogno della mia incapacità di divertirmi, Non sono capace di fare quello che fanno gli altri.
In pratica, si tratta di “variazioni sul tema”, di cui Sara ha scoperto l’inquietante somiglianza proprio scrivendoli. E che ha imparato a tracciare, vedere, mettere in discussione, perché da essi e dalle emozioni ad essi collegate smettessero di generarsi evitamento delle esperienze e infinite procrastinazioni.
Scrivere, inoltre, non significa soltanto mettere nero su bianco ciò che c’è, ma anche scatenare la creatività attraverso i brainstorming che facciamo in gruppo, contagiandoci idee e ispirazioni. Non è sempre facilissimo farlo da soli, perché il clima di sicurezza e libertà di esplorazione che si crea in ogni gruppo sostiene la liberazione di energie solitamente bloccate dalla tendenza all’autocritica insita in ognuno di noi.
Meditazione creativa
Un esercizio di scrittura facilitata, che sfrutta la forma dell’antichissima poesia giapponese conosciuta come haiku.
- Prendetevi un momento per osservare in dettaglio l’ambiente naturale o anche domestico che vi circonda.
- Lasciate che la vostra attenzione sia catturata da un elemento molto specifico che suscita in voi una risonanza emotiva. Descrivetelo in poche parole mettendone a fuoco una caratteristica. Sarà il primo verso del vostro haiku. In Giappone gli argomenti tipici riguardano alberi in fiore, rami autunnali, corsi d’acqua, piccoli animali.
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Un celebre Haiku di Matsuo Basho, per esempio incomincia così:
Nello stagno antico,
Se osserviamo l’ambiente naturale, potremmo citare un elemento che cattura la nostra attenzione, un fiore colorato, una foglia che cade, il richiamo di un animale. Se siamo in casa possiamo partire da un oggetto, di cui magari notiamo una sfumatura di colore, o anche da un suono: un libro celeste, il riflesso del sole sulle mattonelle, un rumore di passi.
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Nel secondo verso, aggiungete un altro dettaglio, collegato al primo. La poesia di Basho prosegue così:
ua rana si tuffa
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Poi sedete per qualche minuto in meditazione, osservando, stavolta, cosa si affaccia nel proprio mondo interiore. Il mio consiglio è di scrivere a questo punto un pensiero, una sensazione o un’emozione che si è presentata, anche se ci sembra scollegata dal resto. Il testo di Basho conclude:
Il rumore dell’acqua.
Dunque: Nello stagno antico / una rana si tuffa /Il rumore dell’acqua
Ci sediamo davanti al verso e lo meditiamo interiorizzandolo