Muladhara, primo chakra
È il primo dei chakra, legato al radicamento, alla sessualità e ai bisogni primari
di Gianni Da Re Lombardi
illustrazioni di Adriana Farina
Prendendo la spina dorsale come riferimento, Muladhara è il chakra più basso ed è anche uno dei più conosciuti e popolari nella cultura dello yoga moderno, probabilmente perché è il primo e anche perché è così vicino agli organi sessuali e quindi influenza la sessualità. Muladhara è un chakra fondamentale nella fisiologia simbolica dello yoga, in senso proprio e in senso metaforico.
Le Nadi
Le Nadi sono migliaia di canali energetici che attraversano tutto il corpo. In prossimità di Muladhara partono le tre nadi principali e più importanti: Susumna, Ida e Pingala. Secondo alcuni queste tre nadi sono assimilabili rispettivamente al sistema nervoso volontario, al sistema nervoso simpatico e a quello parasimpatico, ovvero rappresenterebbero l’intuizione di una complessità nervosa che la medicina occidentale ha individuato solo in secoli recenti. Ida è il canale lunare, freddo e passivo: può essere assimilato al sistema parasimpatico, responsabile del rilassamento e della gestione quotidiana del corpo: digestione, produzione lacrimale, dilatazione dei bronchi, e altra normale amministrazione biologica di cui non ci rendiamo conto e senza la quale non potremmo vivere. Pingala è il canale solare, quello dell’attività fisica e del calore: paragonabile al sistema nervoso simpatico, deputato all’azione e alla reazione. È il sistema nervoso simpatico che scatena le reazioni di fuga o attacco di fronte al pericolo, ed è quello che, di fronte ai molti nemici immaginari della civiltà moderna, alza la pressione arteriosa e induce situazioni di stress cronico che alla lunga sono pericolose per la salute. L’intuizione yogica della necessità di equilibrio fra Ida, passivo e lunare, e Pingala, attivo e solare, prende quindi una nuova luce. Nella rappresentazione tradizionale Susumna sale verticalmente attraversando tutti i chakra fino a Sahasrara, il chakra più elevato, mentre Ida e Pingala si snodano in curve a destra e a sinistra, incrociandosi in corrispondenza dei chakra e terminando in corrispondenza delle narici, quella sinistra per Ida, la destra per Pingala.
La Kundalini
Sempre in prossimità di Muladhara, giace avvolto in tre spire e mezzo un serpente che rappresenta la Kundalini, ovvero l’energia vitale che mantiene in vita tutti gli esseri viventi attraverso l’inspirazione e l’espirazione. Qui giace in forma dormiente in attesa che la sua potenzialità venga risvegliata per l’evoluzione spirituale. La Kundalini è l’energia che, salendo verticalmente attraverso Susumna, passa attraverso chakra successivi arrivando fino alla sommità in Sahasrara. La Kundalini rappresenta anche la capacità creativa e generativa dell’essere umano. Secondo la “Hatha Yoga Pradipika” la Kundalini è il supporto energetico di tutte le pratiche dello yoga e la sua testa di serpente chiude l’apertura inferiore di Susumna. L’oggetto delle pratiche yogiche è quindi risvegliare l’energia Kundalini e farla salire attraverso tutti i chakra.
La crescita spirituale
Per la crescita spirituale, secondo la filosofia dello yoga, lo sviluppo parte da Muladhara, che, secondo la fisiologia sottile, è il chakra più basso degli esseri umani e il più elevato degli animali superiori, il chakra della riproduzione. Da qui inizia tutto il lavoro meditativo, spirituale e di consapevolezza psicofisica. Muladhara è il punto di partenza del lavoro yogico. Dal punto di vista fisiologico, bisogna osservare che la contrazione del perineo e del pavimento pelvico durante alcuni sforzi fisici è essenziale per la stabilità del tronco. D’altra parte la contrazione del perineo (Mula Bandha) durante l’inspirazione profonda nel corso del Pranayama e della meditazione genera un particolare benessere con senso di stabilità. Osservando mentalmente il percorso del respiro, inspirando consapevolmente si può avvertire o visualizzare anche un’espansione verso l’alto che parte appunto dal perineo e arriva fino alla sommità del capo.
MULADHARA
- Significato: Supporto della base
- Colore: Rosso
- Localizzazione: Fra ano e genitali
- Temi emotivi: Sicurezza, desiderio, sessualità, ossessioni, perseveranza
- Simbolo: Loto con 4 petali, in cui è inscritto un quadrato, simbolo della Terra. All’interno del quadrato un triangolo con il vertice verso il basso che rappresenta la yoni al cui interno vi è un linga
- Animale: Elefante con sette proboscidi
- Divinità: Brahma (creatore dell’Universo), Dakini (custode della realtà visibile), Ganesha (dio che rimuove gli ostacoli e aiuta a superarli)
- Organi: Gonadi (testicoli per l’uomo, ovaie per la donna)
- Sistemi corporei: Sistema scheletrico
- Organo di senso: Odorato
Muladhara è il chakra della Terra e della stabilità. È il chakra che sta a contatto con il suolo quando siamo seduti in Padmasana (Posizione del Loto) . In questa posizione diventa stabile e inamovibile, a differenza degli altri chakra che possono muoversi con la spina dorsale, cambiando posizione e orientamento nello spazio se portiamo il capo a terra nella posizione di Yoga Mudra. Muladhara è il chakra che sta alla base di tutto. Il più elevato degli animali superiori, ma per certi versi anche il primo chakra totalmente umano: solo gli esseri umani, in tutto il regno animale, possono sedersi in Padmasana, la posizione fondamentale per la meditazione, anche se (fortunatamente per chi non ha gambe sufficientemente flessibili per assumerla) non l’unica.
Mula Bandha, la contrazione del perineo
Il “sigillo della base”, ovvero la contrazione del perineo, è un esercizio fondamentale per salute sessuale, forza fisica e consapevolezza psicofisica. Si tratta di contrarre un punto nel perineo fra ano e genitali (come quando si trattiene la pipì). L’esercizio base è contrarre il perineo mentre si inspira, rilassarlo mentre si espira. È utile eseguire l’esercizio tutti i giorni (anche facendo altro, per esempio seduti davanti al computer o in auto fermi al semaforo) perché rinforza il pavimento pelvico, con grandi benefici per gli uomini, le donne e chiunque pratichi sport. Fra i benefici per tutti: maggiore potenza e controllo sessuale, stimolo di ricambio e circolazione degli organi sessuali, prevenzione delle ernie inguinali e del prolasso anale, prevenzione di problemi urinari. Per le donne: prevenzione del prolasso uterino dopo la menopausa. Si tratta di un esercizio semplice e fondamentale. Mula Bandha può inoltre essere praticato durante qualsiasi posizione yoga, in particolare gli asana che richiedono forza, perché aiuta sia la forza, sia la concentrazione. Un aspetto interessante da osservare è quanto cambia Mula Bandha a seconda dell’asana: un conto è praticarlo con le gambe chiuse in Garudasana, un altro con le gambe divaricate nel Triangolo.
Asana per Muladhara
Questi sono asana specifici per Muladhara. Vanno praticati concentrando la mente su Muladhara. Nella posizione si può anche praticare Mula Bandha.
Vajrasana (Posizione dell’Eroe) o Bhadrasana (Posizione Gentile)
Si tratta di due posizioni sedute meditative. Nel primo caso si sta seduti con le gambe piegate, i due piedi sono di fianco ai glutei, il perineo appoggia a terra (occorrono ginocchia molto flessibili e sane), le ginocchia sono unite. Nel secondo caso le ginocchia sono divaricate, con un angolo di circa 90° disegnato dalle cosce. Gli alluci dei piedi si toccano dietro al coccige, mentre i talloni sono a fianco dei glutei, quasi a contatto con la sporgenza ossea dell’anca.
Kukkutasana (Posizione del Gallo)
Da Padmasana, infilare gli avambracci all’interno delle ginocchia, sollevandosi sulle mani. Richiede la capacità di sedere agevolmente in Padmasana, gambe abbastanza magre da non ostacolare le braccia, e infine braccia abbastanza magre da passare fra le gambe, ma anche abbastanza forti da sostenere il peso del corpo. Muladhara viene sollevato dal terreno e quindi la stabilità diventa un lavoro attivo delle braccia. Prerequisito indispensabile per Kukkutasana è poter assumere molto agevolmente Padmasana, quindi si tratta di una posizione che non è alla portata di tutti, indipendentemente da livello fisico e flessibilità, anche per motivi anatomici (gambe magre).
Anantasana (Posizione di Ananta)
Sdraiati sul fianco sinistro, afferra l’alluce del piede destro, porta verticale la gamba destra. Si tratta di una posizione di estensione e di equilibrio in cui tutto il fianco è a contatto del terreno, mentre Muladhara è esposto al cielo. Ripeti sull’altro fianco. L’unico vero ostacolo per questa posizione, che per altri aspetti anche un principiante può padroneggiare in poche lezioni, è la capacità di tenere la gamba verticale tesa, tenendo l’alluce con due dita. Si può ovviare al problema usando una cintura se non si riesce ad afferrare il piede con la mano.
Garudasana (Posizione dell’Aquila)
Con una gamba attorcigliata intorno all’altra. Muladhara è molto compresso fra le gambe e, negli uomini, i genitali vengono schiacciati. Si tratta di una posizione di equilibrio, forza, flessibilità e disciplina. In forma semplificata (piegando poco la gamba di sostegno) è alla portata di tutti, ma richiede molta pratica, per essere padroneggiata, soprattutto se ci sono problemi di forza nelle gambe. Occorre essere prudenti e rinforzare le gambe se ci sono problemi alle ginocchia.
Virabhadrasana I (Posizione del Guerriero)
È una postura di forza e stabilità. Molte posizioni in piedi e di equilibrio possono essere praticate concentrando l’attenzione su Muladhara: la stabilità si ottiene abbassando il baricentro del corpo, ma anche curando il lavoro sull’equilibrio. La stabilità è una forma di equilibrio, e l’equilibrio dell’Universo è sempre dinamico.
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