Volare come un gabbiano
Tutti sogniamo di volare, qualche volta, di essere leggeri come uccelli e con le ali aperte giocare con il vento.
É un desiderio così forte che l’hanno sentito anche i rishi, i saggi che in india inventarono lo yoga e che sui picchi delle montagne o in riva al mare sicuramente studiavano la bellezza del volo degli uccelli. Nello yoga ci sono dunque molte posizioni di volatili: l’aquila, il corvo, l’airone, la cicogna.
Una molto semplice è quella del gabbiano. A piedi uniti, si allungano all’indietro le braccia, ben distese, si spinge il petto in avanti e lo sguardo verso il cielo. In questa posizione per poter sentire che si vola serve portare l’attenzione al respiro, sentire che quando l’aria entra, nell’inspirazione, il petto si allarga facendo muovere un pochino anche le spalle e dunque le braccia. Il respiro diventa così un piccolo volare, un piccolo movimento delle braccia, bellissimo.
Un altro uccello molto bello da fare è Gopita, che ha una lunga coda. In piedi si porta l’equilibrio sulla piede destro, inspirando si sollevano verso l’alto le braccia come ali, espirando si porta la punta delle dita delle mano a terra davanti il piede destro mentre il volto guarda terra e la gamba sinistra si solleva dritta verso l’alto, come se fosse la coda dell’uccello che si è chinato a bere. Si ritorna rialzando le braccia verso l’alto e riportando il piede sinistro a terra. Si ripete scambiando le gambe.
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